PICCOLI CONSIGLI PRATICI PER GLI ALLIEVI
- Federico & Vanesa
- 2 may 2014
- 3 Min. de lectura
'I segreti dello yoga'. Gabriella Cella Al- Chamali. Ed. Rizzoli
° Si dice che quando l'allievo è pronto il Maestro appare, ma come riconoscerlo?. Si trova sempre la guida che va bene per noi, basta 'asoltare il cuore', cioè la sensazione primaria che affiora dal nostro profondo e si esprime anche sensibilmente, quando ci mettiamo in relazione con una persona che non conosciamo e a cui richiediamo di farci da guida. È fondamentale prima di tutto che ci sia un sentimento di fiducia, una volontà di lasciarsi guidare, osservando poi ciò che spontaneamente avviene.
° È buona cosa richiedere, se non vi viene già proposto, almeno una lezione di prova, anche se non capirete certamente in una lezione di cosa avete bisogno, sarà comunque una ulteriore verifica di quel sentimento provato a 'fior di pelle' durante il primo approccio colloquiale.
° Non accusate chi vi guida di essere troppo rigoroso, duro, rigido e mentalmente poco elastico... Siete voi a scegliere la guida, nessuno ve l'ha imposta. Se continuate a seguire un'insegnante che guidicate in modo negativo, senz'altro quegli stessi aspetti negativi li potete riscontrare in voi stessi.
° Quando si frequenta un centro è importante che l'abbigliamento per la pratica sia decoroso: è meglio evitare calzoncini corti, magliette scollate e senza maniche, dorsi nudi per gli uomini e tutine aderenti e trasparenti per le donne; non si trata di moralismo, ma un abito adatto alle circostane è senz'altro in linea con la disciplina che si inizia. È importante che la tuta sia di materiale non sintetico, larga e comoda, senza cinture che stringono, possibilmente anche senza ganci e bottoni di metallo. Occorre togliere collane che impediscono una buona circolazione energetica nel Chakra della gola, a cui sono relati ben sedici importanti canali che dagli alluci salgono fino al vertice del capo. Anche gli orologi vanno tolti, perchè non interferiscano sull'energia individuale.
° Le donne giovani dovrebbero farsi dare dall'insegnante un programma di asana da evitare durante i periodi mestruali.
° Durante la pratica non si devono portare lenti a contatto ed è bene anche togliere gli occhiali, appena è possibile.
° Lasciate spenti e lontani i telefonini: è terribilmente sconveniente, per voi stessi e per gli altri, sentirne gli squilli durante la pratica. Non pensate che questo appunto sia inadeguato, perchè più volte è capitato anche el nostro centro di essere interrotti dai cellulari o di dover partecipare a conversazioni fatte dagli spogliatoi, luoghi solitamente piccoli in cui le persone si sentono erroneamente isolate.
° Quando vi stendete a terra non dovreste mai rivolgere i piedi a chi insegna: indice di rispetto è invece volgere il capo. Così se dopo la pratica di asana sedute vi si indica di distendere il corpo al suolo, è bene volgere per alcuni attimi il dorso all'insegnante, per poi afferrare con emtrambe le mani il capo e lasciarvi scivolare a terra, srotolando lentamente tutte le vertebre della colonna, col risultato di non avere i piedi rivolti al viso di chi vi guida.
° Le lezioni non vanno mai interrotte con domande, che tra l'altro riguardano sempre la pratica personale, le domande si possono benissimo mandare alla fine della pratica.
° Anche il rispetto delle cose che vi sono affidate fa parte della disciplina dello yoga: se trovate già nel centro dove praticate dei tappetini manteneteli ordinati e puliti. Portate sempre un vostro telo personale per ricoprirli e una coperta per avvolgere il corpo durante il rilsassamento. Quando la pratica è terminata ripiegate con cura il telo e la coperta, con la stessa cura con cui distenderete bene ogni eventuale piega del tappetino.
Non dimenticate mai che è dalla cura delle piccole cose che inizia la cura della vostra mente. Siate sempre presenti e attenti a ciò che fate, non abbiate fretta di scappare via lasciando disordine, perchè quel disordine lo portereste inevitabilmente con voi, distruggendo così in un attimo la quiete che avete magari con fatica riaggiunto in un' ora di pratica.
° Concludo cittando un bellissimo aneddoto di un monaco Zen che andò a trovare il suo vecchio Maestro, in un giorno di pioggia.
Il Maestro chiese al discepolo in che ordine avesse lasciato all'ingreso i suoi zoccoli e l'ombrello. Il discepolo si accorse che non era rimasto presente ad ogni attimo, perchè non ricordava l'ordine delle cose, così decise di lasciare l'insegnamento dello Zen che aveva intrapeso e tornò ad essere un semplice allievo, ricominciando tutto da capo.
